Mentre infuriava devastatrice la seconda guerra mondiale, Cagliari e altre città vennero ridotte a cumuli di macerie con decine di migliaia tra morti e feriti. Sassari fu una delle poche città risparmiate dai bombardamenti aerei. In quella circostanza, l’Arcivescovo Francescano Mons. Arcangelo Mazzotti, alla fine del maggio 1943, affidò le sorti della città alla Madonna delle Grazie, il cui venerato simulacro era stato momentaneamente portato in Duomo. Nelle pagine dei giornali dell’epoca si legge la notificazione Pastorale del 9 aprile 1943 in cui l’Arcivescovo invitava i fedeli a celebrare il mese di maggio con una fervorosa recita del Rosario in famiglia, e indiceva la settimana mariana in cui tutta la cittadinanza sassarese e gli sfollati potevano recarsi in Duomo a pregare la Vergine delle Grazie, trasferita solennemente dalla chiesa di San Pietro di Silki. I fedeli accolsero con entusiasmo l’iniziativa, non facendo prevalere in loro il terrore dei bombardamenti e riversandosi sulle strade per assistere alla processione. Il corteo era formato dal solo clero: i parroci cittadini portarono in spalla il piccolo simulacro, una novità atta a proteggere i fedeli da pericoli derivanti da assembramenti che li avrebbero esposti a eventuali attacchi aerei.